Intervista — 5 Min Read

Un Exhibit Designer in 10 domande: intervista ad Andrea Isola

Il mondo dell’arte rappresenta nella sua totalità ciò che di più irrazionale possa esistere, poiché può permettersi il lusso di spaziare da concetti astratti a realizzazioni provocatorie, in un unicum arricchito da figure mitiche e personaggi più o meno noti che ne decidono le tendenze.

Eppure in questo apparente regno del caos, affinché il tutto funzioni a dovere, oggi risulta fondamentale l’apporto di quei professionisti che hanno legato le loro competenze al mondo dell’arte, contribuendo ad arricchirlo qualitativamente nella miriade di declinazioni che esso intraprende.

In questa occasione ho l’onore di intervistare un grande professionista del settore artistico, l’arch. Andrea Isola, co-fondatore dello studio “Startarch”, che di professione fa l’Exhibit Designer.

Ciao Andrea, andiamo subito al dunque: di cosa si occupa un Exhibit Designer?

È un progettista a tutti gli effetti, più precisamente è colui che si occupa della progettazione di mostre e fiere d’arte.
Oltre a questa accezione generale del termine, si occupa anche di tanti altri fattori che ruotano attorno al mondo della progettazione, dalle fasi di cantiere al rapporto con i fornitori.

Arte e Architettura, per molti sono le due code di una sirena ammaliatrice. Trovi che questi due linguaggi in apparenza diversi, partano dalla stessa essenza?

Assolutamente sì, e non è un caso che vengano sempre accostate.
Entrambe hanno una storia, una poetica, delle eccellenti maestranze, una puntuale funzione. Da sempre si intrecciano tra di loro tramite l’utilizzo dei colori, delle prospettive, della luce… prendendo spunto l’una dall’altra e viceversa.

l visitatore molto spesso non percepisce il grande lavoro progettuale che c’è dietro una mostra o una fiera. È proprio questo il segnale che la progettazione si è dimostrata efficace?

Penso che se al termine di una mostra/fiera, il visitatore resta soddisfatto e felice dall’esperienza vissuta, anche un occhio meno attento si accorgerà di quanto, oltre alla bellezza del contenuto, il contenitore abbia fatto decisamente la sua parte.

Il segreto sta tutto nell’ interpretare i commenti.

Il visitatore medio-appassionato difficilmente parlerà di allestimento, ma esalterà le opere esposte accennando sicuramente all’ottima illuminazione della sala, al colore delle pareti, a quello specifico ambiente che accompagnava molto bene l’esposizione… senza saperlo parlano proprio della progettazione dello spazio.

Tra i tanti fattori in gioco (luce, colore, percorsi, prospettive) quale garantisce maggiormente una resa espositiva d’impatto?

Direi l’illuminazione.

Anche in una sala espositiva con un allestimento semplice e minimal, una buona illuminazione è fondamentale per garantire la giusta valorizzazione delle opere.

Artista, Progettista, Gallerista: negli allestimenti di gallerie e fiere, chi ha la meglio? C’è un modo per coniugare visioni espositive differenti?

Il compito principale del progettista è proprio quello di pensare un allestimento ad hoc che faccia gli interessi del gallerista e che dia il giusto risalto e valore alle opere dell’artista.

Spiegato cosi sembrerebbe anche un processo semplice, ma riportato nella realtà, è traducibile in settimane di riunioni, telefonate, bozze e nuove versioni di progetto.

Qui si vive di gossip: raccontaci un retroscena divertente!

Bella domanda! Ce ne sarebbero davvero tanti e la maggior parte succedono durante i cantieri!

Come quella volta in cui ero disteso a terra per aiutare gli allestitori nella posa della moquette ed il pubblico cominciò ad entrare all’inaugurazione!

Una piccola curiosità inedita è che molto spesso quasi al termine di un cantiere, ho bisogno di passeggiare da solo, fingendo di essere un visitatore… così per capire di fatto se ciò che ho progettato funziona realmente oppure no.

Ecco, dovete sapere che durante l’ultima edizione di Affordable Art Fair, ho modificato il disegno dell’area relax (perché non mi convinceva più) a pochissime ore dell’apertura!

Ma il classico dei classici è quando accade l’imprevisto dell’ultimo minuto (si rompe qualcosa, non arriva una spedizione, etc..) e sai che hai i minuti, a volte anche secondi contati, per trovare una soluzione!

Mi fermo qui altrimenti l’intervista diventerebbe troppo lunga.

Bisognerà organizzare una cena (senza assembramenti ovviamente!)

Se non fossi un Exhibit Designer, in quale altra figura del settore ti vedresti?

Penso che avrei fatto di tutto per lavorare all’interno di organizzazioni di fiere ed eventi nel mondo dell’arte. L’ho fatto per anni ricoprendo anche diverse mansioni, ed è sempre stato molto gratificante.

Come immagini le prossime mostre e fiere d’arte, alla luce del periodo storico che stiamo attraversando?

Stiamo vivendo un periodo in cui settimanalmente cambia tutto, previsioni, abitudini e piani lavorativi. Dicono che i prossimi eventi/fiere ripartiranno a Settembre, ma chissà realmente in quale situazione ci troveremo tra qualche mese.

Per le mostre a lunga durata presso gallerie e musei, che sono state già riaperte con le attenzioni del caso per i flussi e l’igienizzazione degli ambienti, non dovrebbero esserci grossi problemi (o perlomeno è quello che mi auguro).

Invece per le grandi manifestazioni come gli eventi e le fiere, che con una durata media di 3 – 5 giorni ospitano migliaia di persone, bisognerà studiare diverse variabili: in che modo si potrà garantire l’accesso a tutti, come si dovranno ri-studiare i percorsi interni per il pubblico, le uscite di sicurezza, i trattamenti di igienizzazione, etc.

Spero vivamente che gli organi competenti riescano a fornire delle direttive specifiche per il settore, magari prevedendo delle linee guida da seguire soprattutto nelle fasi di progettazione.

In chiusura di questa intervista ad Andrea Isola, ci tengo a sottolineare la disponibilità e l’entusiasmo che fanno di lui un professionista di alto livello che riesce ad avvicinare il pubblico all’arte.

In questi tempi di ripartenze difficili, comunicare l’arte con semplicità e passione significa condividere un patrimonio diffuso che ci identifica: è un atto di estrema importanza.

Grazie mille Andrea, appuntamento alla prossima mostra!